
L’antica Cleto, durante la dominazione normanna, mutò il suo nome in Pietramala e rimase tale fino al 1862 quando divenne Cleto. Sul nome Pietramala le ipotesi molteplici, oltre che alla possibilità che il nome derivi dalla famiglia feudataria, si pensa che abbia qualche legame con la posizione: Pietramala nel senso di “pietra dura“, cattiva, come scrive Vincenzo Padula: «Pietra grande, pietra inaccessibile a guisa di Piramide.

Cleto è un piccolo comune della provincia di Cosenza, il cui abitato fu costruito dai normanni lungo le pendici del monte Sant’Angelo alla cui cima fu edificato un Castello che tuttora domina la valle fino al mare. Giungendo in cima, sotto al Castello, ci fermiamo ad osservare quel che resta della Chiesa del Santissimo Rosario, rimane la facciata, con il bel portale, e al lato il campanile, di forma quadrata, che si inserisce in una suggestiva cornice verde che si affaccia sul mare. Il castello era abitato dal barone, che aveva il comando su tutto il popolo. Il castello diventava una sorta di centro di raccolta di tutta la
popolazione in caso di invasioni turche sulla costa, un forte facilmente difendibile anche per la sua posizione in cima al promontorio.

La produzione dell’olio è una delle basi dell’economia locale, oltre al turismo e l’agricoltura in generale. Molti sono anche i piatti e i prodotti tipici.

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